I plantari sono davvero utili?

15 Aprile 2020

 

Il parere di Iacopo Moscatelli, fisioterapista e osteopata, Studio Copore, Torino.

Sempre più spesso, durante i miei trattamenti fisioterapici ed osteopatici, mi confronto con pazienti che chiedono opinioni sull’uso dei plantari ortopedici fatti su misura.

 

QUANDO E’ DUNQUE UTILE IL PLANTARE?

Cerchiamo di capire quali fattori entrano in gioco in questa scelta.

Un plantare dovrebbe essere confezionato e indossato solamente quando il problema, che chiamiamo sintomo (al piede, alla colonna, alle anche, ginocchio ecc.), è causato dall’appoggio non fisiologico del piede.

Non sempre, tuttavia, una disfunzione dipende da un appoggio non corretto. Per rispondere alla nostra domanda, occorre, in altre parole, capire la causa del problema.

Come faccio, quindi, a capire se la causa è il piede e non altri fattori posturali?

Facciamo un passo indietro.

Durante la crescita, il nostro sistema corporeo riceve molti stimoli a livello immunologico, posturale, emotivo, ambientale e possono verificarsi traumi ed interventi chirurgici. Tutto ciò crea adattamenti della forma e dell’orientamento dei tessuti. La nostra postura è il risultato dell’insieme di tutti questi cambiamenti, che avvengono durante lo sviluppo.

Va detto che non esiste una postura giusta o sbagliata, ma un equilibrio fra le diversi parti del corpo e una logicità con cui esso si adatta nei tre piani dello spazio. Avere una spalla più bassa dell’altra o un bacino ruotato da un lato non è, pertanto, un dato necessariamente negativo. Non lo è se permane un’armonia  tra le diverse parti del corpo.

La postura si adatta secondo un asse verticale: dall’alto verso il basso o viceversa.

Questo vuol dire che in taluni casi il meccanismo di adattamento è guidato dalla parte superiore del corpo (ad esempio dalla testa o dal torace), in altri casi da quella inferiore. In quest’ultimo caso potrebbero essere proprio i piedi a determinare l’adattamento. Solo in quest’ultima ipotesi il plantare potrebbe essere d’aiuto.

Facciamo un esempio pratico: se ho un problema di vista da un occhio (non corretto), la testa si inclinerà e ruoterà per compensare e gestire il disagio. A seguire anche le spalle si adatteranno alla testa, il bacino si adatterà al cingolo scapolare, i piedi al bacino. Si tratta di un tipico caso di adattamento discendente. Si è fatto l’esempio del difetto visivo (dall’alto verso il basso), ma è ovvio che un adattamento potrebbe verificarsi anche in altre direzioni e a fronte di problemi ad altre parti del corpo, come denti, mandibola, torace, bacino e piedi.

Vediamo un altro esempio. Ho avuto un forte mal di schiena che ha provocato una rotazione e inclinazione del bacino differente dalla mia postura “normale” (i.e. quella acquisita durante la crescita). Il dolore se ne va, ma il corpo rimane per altri mesi in questo orientamento, non fisiologico, senza che me ne accorga. A seguito del nuovo orientamento che il bacino comunica dall’alto, i piedi potrebbero non aver modificato la loro postura, continuando ad appoggiarsi al suolo come prima del dolore. Con il tempo i piedi potrebbero lamentarsi di questa errata postura del bacino e iniziare ad evocare una tallonite, una fascite, un’infiammazione al tendine d’Achille ecc.  a causa del sovraccarico. In tutto ciò il ginocchio, che si trova fra i due litiganti, potrebbe anche lui chiedere aiuto, innescando reazioni infiammatorie e dolore.

In questi casi, in cui la nostra postura si sta adattando dall’alto (il bacino e la colonna) verso il basso, mettere un plantare non ha molto senso.

Ora è forse più chiaro perché la correzione dell’appoggio del piede, e quindi l’uso di plantari ortopedici, non dà sempre benefici.

Occorre dunque contattare un podologo fidato per verificare l’opportunità di confezionare un plantare quando è l’appoggio plantare la causa del problema. Ciò, ad esempio, può avvenire a fronte di disfmorfismi congeniti o acquisiti dopo distorsioni gravi o ripetute, nel caso di eterometrie vere, piede piatto, piede cavo ecc,

Solitamente, non consiglio l’uso di plantari durante la crescita. In questa fase preferisco affidarmi a esercizi specifici, fisioterapia ed osteopatia.

In ogni caso, prima di progettare il plantare, è essenziale e necessario verificare, con dei trattamenti fisioterapici e osteopatici, che tutte le articolazioni e i tessuti del corpo siano in armonia fra loro, sottoponendosi a una sorta di revisione globale.

Sarebbe ideale che, ai fini del plantare, il paziente fosse preso in carico da un’equipe composta da più figure sanitarie, che comprendano necessariamente il fisioterapista e\o l’osteopata che lo ha valutato e il podologo e, a seconda dei casi, anche il dentista, l’oculista, l’ortodonzista, l’optometrista, l’O.R.L ecc.

Il fisioterapista e l’osteopata utilizzano degli strumenti per analizzare la situazione soggettiva di ogni persona: valutazione posturale, test manuali per valutare la flessibilità articolare, l’elasticità muscolare, la mobilità viscerale ecc.. Per approfondire come lavora l’osteopata e il fisioterapista nel nostro studio a Torino vi rimando a visitare il sito di Studio Corpore nella sezione osteopatia e fisioterapia.

 

Come scegliere un plantare?

Ci sono diverse tipologie di plantari. Tra i più diffusi possiamo ricordare i tradizionali plantari ortopedici e i plantari propriocettivi.

Una normale soletta ortopedica è creata per correggere un problema biomeccanico del piede sostenendolo, limitandolo e costringendolo a un determinato movimento a carico del sistema osteoarticolare; il plantare propriocettivo stimola a livello muscolare la pianta con dei piccolissimi spessori attivando le catene muscolari ascendenti senza inibire i riflessi. E’ importante non sottovalutare l’ingombro di un plantare all’interno della scarpa. La soletta propriocettiva, a differenza del plantare ortopedico, permette di indossare tutti i tipi di scarpe.

Se, superati i primi giorni, il plantare evoca dolori locali o a distanza, come cervicalgie, dorsalgie, lombalgie, pubalgie, dolori muscolari ecc,  è necessario contattare subito il podologo e rivedere la struttura della soletta.

 

Per ogni dubbio o maggiore approfondimento scriveteci a info@studiocorpore.it

  o chiamate il 3459796179


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